"cultura e territorio"
Quaderno annuale di Studi Storici dell'Accademia di cultura intemelia
Sommario del n. 12
(2006, pp. 208 + 8 tav. a colori - € 16,00)
« STUDI »
F. AMALBERTI, La scuola a Ventimiglia tra '400 e '500
Nel Quattrocento, nella zona che va da Nizza a San Remo, si sviluppa un "sistema scolastico". Le comunità incentivano e sovvenzionano scuole pubbliche, affidate a maestri "condotti", alle quali fanno concorrenza scuole private gestite da "cittadini-imprenditori". Dai documenti esaminati emerge un quadro abbastanza preciso del sistema scolastico intemelio: nomi e numero di maestri e ripetitori; obblighi ai quali devono sottostare alunni e maestri e i privilegi spettanti a questi ultimi; materie insegnate e costi della scuola (salari dei maestri e rette degli scolari). Nove documenti inediti (contratti con i maestri di grammatica), riportati in appendice, aggiungono un tassello utile alla comprensione del panorama culturale intemelio tra '400 e '500.
J. LASSALLE, L'esercizio di alcuni diritti d'uso ai confini dell'estrema Provenza orientale, alla metà del XV secolo
I litigi che nel Quattrocento hanno contrapposto Saorge, Rocchetta, Breil e Dolceacqua consentono di approfondire l'economia comunitaria, in particolare sotto l'aspetto agricolo. Ciò costituisce una originalità all'interno di una documentazione che lascia il più ampio spazio all'allevamento. Così i notabili delle comunità e l'oligarchia comunale dimostrano uno stretto legame con lo sfruttamento della terra. Inoltre, l'attenzione alla regolamentazione del conflitto tra comunità mette in luce la pratica di alcuni diritti d'uso a carattere essenzialmente agricolo e forestale. La ricostruzione territoriale dei litigi delinea infine uno spazio alpino di confine, risultato dell'intreccio di dominazioni, di diritti d'uso e di giurisdizioni nello sfruttamento come nella gestione delle risorse.
F. CERVINI, Operarii, massarii, boni homines. Sull'organizzazione dei cantieri nella Liguria gotica
L'organizzazione del lavoro nei cantieri medievali richiedeva la presenza di figure di amministratori e soprintendenti, diversi dunque sia dall'architetto che dal committente, che fungevano da mediatori tra queste due figure e curavano l'approvvigionamento della fabbrica. Costoro erano spesso chiamati operarii, cioè "operai": in Liguria la critica ha talvolta attribuito loro una specifica dimensione progettuale e operativa, che qui si cerca di confutare attraverso una rilettura di alcuni documenti significativi che li riguardano. Ciò non comporta che gli "operai" fossero affatto digiuni di cultura architettonica. La documentazione presa in esame - con riscontri in Provenza e in Piemonte - spazia dal tardo XII al tardo XIV secolo, e riguarda in particolare Genova, Albenga e Ventimiglia.
M. CALDERA, Donatus comes Bardus papiensis. I
Il saggio si propone di ripercorrere, in due tappe, l'itinerario figurativo del pittore pavese Donato de' Bardi, documentato a Genova (e a Savona) fra il 1426 e il 1451: la sua esperienza, nota soltanto attraverso alcune testimonianze d'archivio e un piccolo nucleo di opere, ha un ruolo centrale per gli sviluppi del Rinascimento non solo in Liguria per la sua straordinaria capacità di accogliere e rielaborare le più significative novità del XV secolo. Questa prima sezione, attraverso l'analisi dei dipinti attribuiti all'artista, tenta di ricostruire la sua cultura d'immagine che, ai suoi esordi, rivela la propria conoscenza sia delle opere di Gentile da Fabriano, attivo a Pavia sullo scorcio del Trecento, sia di quelle dei contemporanei pittori franco-fiamminghi e, a partire dal terzo decennio del nuovo secolo, si mostra in grado d'influenzare il milieu ligure.
M. ASCHERI, Ventimiglia dall'Antico Regime alla Repubblica ligure: il problema politico-istituzionale
L'Autore intende introdurre al grande problema della conformazione del ceto dirigente ventimigliese del Sei-Settecento, sul quale getta qualche luce la documentazione (sparsa e molto occasionale reperita sul mercato antiquario) dei conflitti tra 'magnifici' e 'popolari' portati avanti alle competenti autorità genovesi. Sembra di poter capire che un gruppo di famiglie poté chiudersi a riccio e controllare la vita pubblica intemelia per tanto tempo senza grandi opposizioni e in un quadro formale di relativa apertura del gioco politico, non essendo esclusi controlli istituzionali di una certa maturità. A quanto pare i 'magnifici' risultano da un processo di selezione e gestione oculata da parte di una élite che controllava la vita pubblica (compresa quella religiosa?) curandosi anche con attenzione dell'immagine. L'attenzione con cui in questo periodo furono edificati o restaurati i palazzi della via principale in città dà un'idea precisa di questa cultura di ceto.
F. VIGLIANI, Un percorso araldico intorno alla nobiltà in Ventimiglia
L'analisi e la verifica di più fonti archivistiche statali e private hanno permesso di mettere in luce alcuni stemmi (anche inediti) della nobiltà ventimigliese, rendendo così possibile un percorso araldico attraverso la città.
A.G. BOANO, Giovanni Dell'Orso
« ARCHIVIO DELLA MEMORIA »
L. MACCARIO, Or torna Maggio
Il mese di Maggio ha dato vita a una serie di tradizioni e feste che accomunano la civiltà contadina dell'entroterra ligure. Con un certo spirito comparativo, l'articolo raccoglie le memorie e documenta i rituali che nell'area intemelia celebrano il Maggio.
« CRONACHE E STRUMENTI »
CH. ELUÈRE, Spigolature sulle tecniche del frescante Giovanni Canavesio
Il testo raccoglie inedite indagini di laboratorio sui metalli ed altri pigmenti utilizzati a Notre-Dame des Fontaines. Riunisce inoltre alcune analisi chimiche disponibili e altre osservazioni tecniche sugli affreschi di San Bernardo a Pigna e della Madonna delle Grazie di Isolabona: l'uso dell'oro, la preparazione sottostante geometrica di un pannello, la scelta ripetitiva di un motivo decorativo, quella dei pigmenti. Sono solo alcuni dei tanti aspetti materiali che dovrebbero aiutare a definire, poco a poco, con dati concreti, l'impronta personale del Canavesio.
B. PALMERO, Origini e genealogie dei conti di Ventimiglia nelle rivendicazioni territoriali sabaude di età moderna. Una ricerca tra archivio e biblioteca
L'incrocio tra le genealogie dei conti di Ventimiglia-Lascaris, pubblicate a metà Seicento, e i documenti dell'archivio di Corte di Torino mettono in risalto un insieme di carte prodotte in quel periodo in ambiente piemontese. Si tratta di memorie e discorsi storici sui conti e la contea di Ventimiglia, che suggeriscono infine un percorso attraverso le rivendicazioni territoriali dei Savoia ai danni dei dominii genovesi nel ponente ligure.